domenica 28 novembre 2010

Oltre il tuo Muro



La vita è sorella della storia, guardi nell'una per trovare nell'altra la conferma di un possibile cambiamento. Nella vita come nella storia le divisioni lacerano, insanguinano, indeboliscono; eppure non perdi mai la sensazione che queste possano essere sanate, che possano essere travolte dagli eventi: prima o poi.
Un po' come a Berlino, o come doveva essere nella Berlino divisa. Quel muro divideva l'orizzonte, ma non la speranza. Oggi è in bella mostra per ricordarci che tutti i muri hanno la caratteristiche di impedire parzialmente la vista, ma non di impedirla del tutto e definitivamente. Finiranno in maniera inevitabile vittime del tempo che ha il potere di cambiare situazioni, pensieri, sentimenti. Ieri era simbolo di dolore, oggi di commemorazione. E di insegnamento.
E' così anche nella vita, Aska. Il tuo muro di Berlino non è imperituro. E' lì in questo momento, ma non per sempre. Anzi, se ora provi a metterti in punta di piedi potresti accorgerti che guardare oltre è fattibile.
E dopo aver sbirciato, attendi. Attendi il momento in cui il tuo orizzonte non sarà più soffocato da quelle pareti divisorie e potrai guardare chiaro di fronte a te. Guardare direttamente negli occhi il giorno in cui darai appuntamento al tuo futuro.

giovedì 25 novembre 2010

Per colpa di una donna nasce facebook

Ieri Aska è andata al cinema a vedere "The Social Network", film sulla nascita di Facebook. Uscendo dalla sala, andava elaborando alcune riflessioni: faccialibro nasce perchè un giovane studente di Havard viene mollato dalla fidanzata. Questo vuol dire che uno dei fenomeni più colossali dell'era informatica nasce nel modo più ovvio.
Mi aspettavo una genesi diversa, se vogliamo più "normale" (tipo: lo studente in questione elabora il progetto per un esame nel suo corso di laurea). E invece.
"Cosa è che non ti convince, Aska? Bello, per una donna uno realizza un fenomeno del genere". E' questo il punto. Le donne hanno ispirato da sempre il genio di grandi artisti, molte delusioni d'amore sono alla base della realizzazione di grandi capolavori. La letteratura, l'arte, la musica sono pregni di storie di questo genere. E' grazie alle amate signore che ancora oggi - leggendo, ascoltando, guardando - ci lasciamo commuovere dal Bello.
"Ma quella è Arte!".....già, e questo è Facebook. E questi sono gli anni 2000. Ora, nessuna discussione sulla moralità della nostra epoca. Non nasce con questo intento il post; non potrei nemmeno farlo, non sono una Filosofa. E poi non concordo per nulla con chi ritiene che questa sia un'era in cui la dittatura di internet ci rende tutti barbari capaci di generare solo bit: i Poeti ci sono ancora, sono solo poeti moderni.
Le riflessioni di Aska erano di una natura più sempliciotta: in un passato mitico, sull'onda della passione, i geni generavano opere di incommensurabile emozione, capaci di attraversare i secoli senza perdere di intensità e di valore. Oggi, per attirare l'attenzione di una donna, uno studente di informatica è capace di inventarsi un prodotto in grado di marchiare un'epoca, influenzare un linguaggio, aggregare il mondo intero. Il motivo generatore è comunque sempre il medesimo: ieri come oggi le donne sono muse di grandi Idee. E questo accadrà in secula seculorum, ne sono certissima.
Seconda riflessione: Mark Zuckerberg, da buon figlio dell'informatica, ha cercato di stemperare la sua delusione con la creazione di un prodotto virtuale. Con questo giocattolino sta facendo divertire migliaia di migliaia di persone in tutto il mondo, mentre nelle sue tasche entrano migliaia di migliaia di soldi. A neanche 30 anni è uno dei più giovani miliardari del mondo. Gulp! Alla faccia di tutti gli artisti morti senza un soldo in tasca.
Nel film c'è una scena degna di essere segnala. Mark è al computer; uno dei suoi avvocati si informa su cosa sta facendo. Lui risponde che sta controllando l'andamento di facebook in Bosnia. A quel punto la giovane avvocatessa lo guarda e pronuncia la seguente frase: "In Bosnia non hanno le strade, ma hanno facebook". Un guizzo di coscienza, affidato - guarda caso - ad una donna. Per un attimo tutti ci siamo ricordati che viviamo nell'epoca delle paradossalità: puoi diventare straricco a venti anni perchè una coetanea ti ha mandato al diavolo; puoi vivere in un paese in cui povertà e abbondanza si guardano perfettamente negli occhi senza che nessuno si senta indignato in modo serio; e puoi anche fare a meno di una strada che ti porta a scuola, l'importante è che tu abbia una connessione. Le tue strade, la tua cultura le puoi trovare su google.....

ps: cara Aska, dovrebbe riflettere sul fatto che il fenomeno or ora preso in questione è il protagonista dei primi due post. Mediti, mediti....

venerdì 19 novembre 2010

un'infanzia a colori

C'era un tempo in cui i tuoi amici si chiamavano Benji Price, Lady Oscar, Candy, Mila, Satomi. Ti piaceva come si vestivano, che cosa facevano, dove abitavano. Di loro ne parlavi a scuola con i compagni, ne collezionavi le figurine, tentavi di imitarne le prodezze. E' anche grazie a loro che hai attraversato quegli anni pensando che il mondo fosse a colori, che gli amici sono la cosa più bella che ci possa essere, che prima o poi anche i tuoi superpoteri sarebbero stati messi al servizio del Bene. Quanti, quanti pomeriggi passati a filare quei sogni che non avresti più accantonato! E' con un misto di gioia e di commozione che Aska in questi giorni guarda alla magia della sua home di Facebook. E' in corso un'iniziativa planetaria per sostituire la propria immagine profilo con una dei cartoni preferiti. Moltissimi dei suoi amici hanno aderito, e attraverso le immagini che essi hanno scelto lei rivive le storie che hanno accompagnato il suo primo decennio di vita.Pensa che alcuni cartoni le hanno raccontato, per primi, di quei fatti e di quelle persone che negli anni sarebbero stati spesso al centro delle sue letture scolastiche e non. In fondo la prima che le ha parlato del mito di Narcisio, della nascita di Atena e o del sogno di volare di Icaro è stata quella mattacchiona di Pollon; Lady Oscar e la stella della Senna l'hanno portata nel clima parigino della rivoluzione francese; gli afroamericani di Fiocchi di cotone le hanno detto che in America c'erano stati anni in cui essi erano schiavi dei bianchi; mentre Jo di Piccole donne le ha tramesso l'amore per la letteratura e le ha mostrato che le donne si realizzano quando vanno fino in fondo ai propri sogni. Mentre si tuffa nei ricordi di quegli anni pensa che ci sono bambini a cui è non è stato fornito il filtro del fantastico per vivere. Che sono già adulti, perchè non sanno cosa significhi pensarsi in un mondo immaginario. Negare l'infanzia vuol dire proprio questo: non consentire ad una piccola esistenza di sognare. Aska guarda l'immagine profilo che ha scelto e pensa a quei "non bambini". Ha scelto un supereroe, lo stesso che impersonava quando giocava in cortile con i suoi amichetti durante i caldi pomeriggi estivi. Venti anni fa pensava che il destino le avesse dato il compito di intervenire ogni qualvolta il mondo fosse stato messo in subbuglio dai cattivi. La sua magia le consentiva ristabilire immediatamente l'ordine. Che strano! Ancora oggi sogna questo. E lavora per questo.