domenica 20 febbraio 2011

Per licenziare un'altra domenica



A volte i viaggiatori si fermano stanchi
e riposano un poco
in compagnia di qualche straniero.
Chissa dove ti addormenterai stasera
e chissà come ascolterai questa canzone.

sabato 19 febbraio 2011

Sette sono troppe

Il mio amico Alberto ha provato in tutti i modi a convincermi che anche io sono in possesso di un talento. Dice che ho una spiccata intelligenza interpersonale. Altri hanno sviluppato un dono più lampante, più socialmente riconosciuto, mentre io - a quanto pare - posseggo la capacità di entrare in comunicazione. In parole povere: sono brava a fare amicizia. A dir la verità, a me sarebbe piaciuto troppo possedere una voce straordinaria oppure una penna talentuosa; svegliarmi la mattina e riporre la testa tra i numeri, e non tra le nuvole; andare per il mondo ostentando senso di concretezza e di praticità; essere corredata di musicalità, di ritmo, di fluidità verbale. Insomma, avrei voluto che Dio mi avesse provvista anche delle altre intelligenze. E invece...
Il mio amico sostiene di essere incantato dal mio modo di stare in mezzo agli altri, dalla mia capacità di conquista. Si si, come no! Vogliamo proprio essere sinceri sinceri? Forse è vero che riesco con una certa facilità a instaurare nuovi rapporti, a entrare in contatto con gli sconosciuti. Raramente ho difficoltà a parlare con chi non mi è noto (se questi però rientra nella sfera delle Autorità - professori, politici, poliziotti, dirigenti - attenzione, può verificarsi uno strano e insospettabile balbettare. Chi comanda mi spaventa: neanche fossi cresciuta sotto un regime. Be', forse quello di mio padre un po' lo era). Tuttavia faccio una fatica inaudita a mantenere le relazioni ad una certa altezza e intensità. Fare una buona impressione al primo approccio è un conto, preservare quell'impressione è un'altra cosa. E' titanico.
Comunque, il mio amico, nel tentativo di tirarmi su di morale, ha aggiunto che, mentre il mio dono è innato, gli altri dovrei solo addomesticarli perchè sono tutti presenti in ciascuno di noi. Per questo non devo disperare.
Per inseguire il miglioramento esistenziale, ho deciso innanzitutto di informarmi su queste famose Sette intelligenze.
Allora, il primo che ha parlato di Intelligenze multiple è stato lo psicologo americano Haward Gardner. Costui ritiene che le persone siano dotate di sette intelligenze, più o meno sviluppate. Esse sono:
1. Intelligenza logico-matematica, che consente il confronto e la valutazione di oggetti (concreti o astratti), l’individuazione di relazioni e principi, la capacità di usare i numeri in modo da svolgere calcoli complessi, interesse per l’investigazione. Es. abilità di valutare gli ampi spazi allo stesso modo del pilota o di un navigatore, o spazi più limitati, come farebbero uno scultore, un architetto o un giocatore di scacchi)
2. Intelligenza linguistica, che consente un appropriato uso dei termini linguistici e la capacità di adattarli alle varie situazioni, sia in forma scritta che in forma orale; memoria e capacità di utilizzare la lingua nei giochi di parole.
3. Intelligenza visivo/spaziale, indispensabile per percepire e rappresentarsi gli oggetti visivi, ed operare trasformazioni sulle proprie percezioni, anche in assenza fisica degli stessi oggetti (visualizzazione mentale) e rappresentazione grafica di questi elementi attraverso il disegno, la pittura, la scultura ecc.
4. Intelligenza musicale, ovvero capacità di analisi di brani musicali, relativamente all’altezza dei suoni, ai timbri e ritmi e abilità nella loro riproduzione.

5. Intelligenza cinestetica, per il controllo e il coordinamento dei movimenti del proprio corpo e la manipolazione di oggetti esterni per fini funzionali o espressivi. Questa intelligenza include specifiche abilità fisiche quali la coordinazione, la forza, la flessibilità la velocità, le capacità mimetiche. Es. intelligenza del ballerino, dell'atleta, dell'artigiano, dell'attore.
6. Intelligenza interpersonale, abilità di interpretare le emozioni, le emozioni e gli stati d'animo, le intenzioni, i sentimenti degli altri. Ciò può includere capacità di ascolto attivo, empatia, sensibilità verso le espressioni del viso, della voce, dei gesti e abilità nel rispondere agli altri in modo efficace. Es. comprensione delle altre persone, come esse lavorano, come motivarle, come andare d'accordo con loro.
7. Intelligenza intrapersonale, capacità di comprendere le proprie emozioni, intenzioni e desideri, descriverli e utilizzarli in forme socialmente accettabili.

E la capacità di lamentarsi, di non vedere il proprio Bello, di considerare solo il lato meno vincente di se stessi, come si chiama? Stupidità?



venerdì 18 febbraio 2011

Benigni - Fratello di una grande Italia

Nell'Italia di Berlusconi c'è ancora qualcuno che in tv ci fa sentire orgogliosi di essere italiani.





mercoledì 16 febbraio 2011

Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare

Quando in una canzone trovi le parole più adatte per definire una fase.
Quando una melodia allontana dolcemente le ansie e i rimpianti.
Quando quelle parole e quella melodia, semplicemente, servono a raccontarti...

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare








martedì 15 febbraio 2011

I colori del mondo



"Un mondo senza frontiere è un deserto; un mondo con le frontiere sbarrate è una prigione: la libertà prospera soltanto in un mondo di frontiere aperte."

(Ralf Dahrendorf, Oltre le frontiere. Frammenti di una vita)


Le aberrazioni del ministro Maroni

Pubblico l'indignazione di Gabriele Del Grande riguardo all'intervista al ministro Maroni a Che tempo che fa. Concordo pienamente con quanto dice. Parole prive di senso, prive di ogni logica politica e civile. Parole che mi fanno indignare e mi fanno penare molto più della questione delle escort. No, non è possibile continuare ad avere una classe dirigente di questo livello. Il ministro ha ragione solo su un punto: il silenzio dell'Unione Europea. Purtroppo allo stato attuale l'EU è una struttura claudicante, che ha perso spinta, spessore, idealità. Ma questa è un'altra storia,triste. Tuttavia, persino per quanto riguarda le orecchie da mercante dell'Europa si potrebbe aprire una faglia di rimproveri a chi ci governa. A me non sembra che la nostra diplomazia stia dando particolari contributi ad un avvicinamento politico dell'Unione. E allora perchè lamentarsi delle mancate attenzioni degli altri paesi membri se non si fa nulla per avanzare il processo di integrazione? Risponda, ministro Maroni. Improvvisamente si ricorda che esiste l'Europa unita.
Di fronte al modo in cui l'Italia sta gestendo la questione mediterranea, per la prima volta, vacilla l'ultimo briciolo di fedeltà a questo Paese: non mi riconosco in questa Italia bassa, triviale, negletta. Questa non è la mia patria. E' la pessima versione della mia patria. E, purtroppo, è la versione che ci governa, che ci istruisce, che ci rappresenta all'estero.
Per fortuna ci sono italiani come Gabriele e come tutti coloro che quotidianamente lavorano per ridare Vita e Giustizia a chi ha avuto in sorte come luogo di nascita le terre al di là del Mediterraneo. Costoro lavorano per una società migliore, più bella, più umana: tolgono le croste dell'imbarbarimento dal decoro italiano. Qualche giorno fa al convegno di Giustizia e Libertà Umberto Eco ha ricordato che a salvare l'onore dell'Italia accademica furono gli 11 professori universitari che non giurarono fedeltà al Fascismo e persero il posto di lavoro. Bene, oggi a salvare questo paese alla deriva ci sono persone come Gabriele, 28 anni, una passione per la cronaca e per gli emarginati. E' sempre in prima fila a raccontare la Storia con il suo blog, i suoi libri o dalle pagine dei social network. Un sorriso straordinario su una serietà professionale sconcertante, ho pensato la prima volta che l'ho visto. A lui rivolgo un pensiero speciale in questa giornata. Con il suo frenetico vagabondare da un fronte all'altro, da un media all'altro, mi rammenda che c'è un'Italia che ci sta salvando l'onore, un'Italia di cui andare orgogliosi.

Questo il post di Gabriele Del Grande su Fortress Europe:

lunedì 14 febbraio 2011

Tutta colpa di Salazar

Alla fine anche Aska è capitolata al giorno di San Valentino.
Tutta colpa di Salazar. Mentre stava facendo un po' di ricerca su di lui, è stata completamente rapita dalla "suadades". Così i sospiri hanno offuscato tutta la concentrazione e lo studio è stato prontamente messo da parte per fare spazio a un po' di riflessioni di stampo romantico, corredate di colonna sonora adeguata all'evento.
Eppure era stata alquanto brava nel dribblare le allusioni di sua madre ("esci stasera?" "no, mamma. E' lunedì, in genere non esco il lunedì" "...già, è lunedì") e nel rispondere con la giusta punta di humour ai messaggi di sedicenti amici dal tono finto disinteressato ("Allora, quante rose sono arrivate?" "Ciao, amica. Come stai?") . Fatica sprecata: è bastato leggere del professore di Coimbra per soccombere alle sanvalentiniane considerazioni. Forse era meglio continuare a leggere di Walesa, almeno quel "passato" è completamente passato...







juliet the dice were loaded from the start
and i bet and you exploded in my heart
and i forget i forget the movie song
when you gonna realize it was just that the time was wrong juliet?

come up on different streets they both were streets of shame
both dirty both mean yes and the dream was just the same
and i dreamed your dream for you and now your dream is real
how can you look at me as i was just another one of your deals?

when you can fall for chains of silver you can fall for chains of gold
you can fall for pretty strangers and the promises they hold




venerdì 11 febbraio 2011

Bye bye Mubarak


Ieri Aska ha scoperto di possedere un nuovo potere: quello di destituire i capi di Stato!
Era in uno di quei suoi momenti di cosmica tribolazione, quelli in cui sente di dover patire per tutte le grandi questioni umanitarie. Così si è messa a frignare per circa un minuto sulla situazione in Egitto, esclamando: "se almeno Mubarak si fosse dimesso avrei una cosa per cui gioire". Detto fatto. Dopo un paio di ore arriva la notizia delle dimissioni del presidente egiziano.
Qualche settimana prima si era verificato un'altra espressione di potere simile a quella egiziana: poco prima che Ben Alì lasciasse la Tunisia aveva supplicato con enfasi i Numi di elargire al popolo tunisino l'agognato dono.
Forse se si mettesse a piangere con trasporto per circa 10 minuti riuscirebbe a far scomparire dal parlamento italiano quell'indegno primo ministro. Sarebbe proprio una grande gioia vedere cadere, dopo lo zio, anche il benefattore di Ruby. In tal caso, forse, il merito non sarebbe delle energie emanate da Aska perchè nel mondo le cose si raddrizzino, ma di quella iellatrice di Ruby-Rubacuori. Dopo 150 anni a liberarci dallo "straniero" sarà la spedizione delle escort capeggiate dalla Garibaldi del Marocco? No comment.
Intanto, gioiamo con piazza Tahrir.

Perchè non mettiamo per iscritto gli attimi
felici in modo che in futuro si possa
credere che siano realmente accaduti?

(da Canto di nozze, Nagib Mahfuz)


venerdì 4 febbraio 2011

25 Avril - Sophia De Mello Breyner Andresen

"Esta é a madrugada que eu esperava
O dia inicial inteiro e limpo
Onde emergimos da noite e do silêncio
E livres habitamos a substância do tempo."
(25 Avril, Sophia de Mello Breyner Andresen)

Ieri sera durante una scorribanda notturna nel mondo virtuale, tra un sito di letteratura portoghese e l'altro, mi sono imbattuta in un blog su Lisbona in cui era scritta questa poesia. Senza titolo.
Le prime riflessioni a prendere il via sono state personali. Poi, rinvenuto il titolo, sono diventate collettive, e poi storiche e poi di nuovo personali.
Il 25 aprile è una data importante per i portoghesi, ma anche per gli italiani. Il giorno della liberazione, del ricominciare. E' una data che ci metaforizza l'esistenza, mi è venuto subito da pensare. E subito dopo:
quanti 25 aprile avremo nella nostra vita?

"Questa è l'alba che aspettavo
Il giorno inziale intero e pulito
Dove emergiamo dalla notte e dal silenzio
E liberi abitiamo la sostanza del tempo"