martedì 31 gennaio 2012

Terzo decennio

Qualche giorno fa ho compiuto 30 anni. Avrei voluto scrivere un post su bilanci e propositi di questa nuova data ma non ho avuto l'entusiasmo giusto per soffermarmi davanti al monitor. E poi basta fare bilanci: li faccio ormai ogni mese. E data la mia natura malinconica il rischio, ogni volta, è di piangere su ciò che fu senza bramare ciò che avverrà. 
Qual è la città dove, da stereotipo, si vive allegramente alla giornata senza preoccuparsi dell'avvenire? Napoli! Nel mio capoluogo di regione sono andata a passare la giornata del genetliaco tra esposizioni, passeggiate, visite, negozi, vicoli, caffè, pizza e sfogliatelle: nulla di più bello per entrare nella terza decade dell'esistenza. 


Torta di compleanno

lunedì 30 gennaio 2012

A volte mi capita di riuscire a comunicare

"...ho sempre provato più gusto a rimuginare le mie opere e a fantasticare come le avrei scritte piuttosto che a scriverle effettivamente; e questo per la verità, non dipende da pigrizia. E da che cosa allora?" (in "Umiliati e offesi, F. Dostoevskij, Einaudi).

Qualche settimana fa ho cominciato a leggere Umiliati e offesi; nella prima pagina il grande Fedor aveva scritto questa frase. Subito sulla mia bocca si è allargato un sorrisino di piena condivisione pensando a quanti post sono stati macchinati nella mia testa, rifiniti con i termini più consoni e ricercati, e poi rintanati in anditi lontani: il tempo di tornare a casa, accendere il computer, e questi erano già andati via lasciandomi senza parole. Sono stati più quelli pensati e accarezzati che quelli effettivamente scritti. Anzi, i migliori sono stati proprio quelli che non sono riusciti ad arrivare ai miei polpastrelli. Ho più parole e pensieri dentro di me rispetto a quanti ne riesca alla fine a comunicare. "Pensa te", direbbe il mio curdo di poche parole, "tutto quel bisogno di comunicare, quelle lunghe e.mail, quelle lunghissime telefonate, quelle ore passate con te solo che parli, non riescono ad esaurire la quantità di parole che produci quotidianamente! C'è dell'altro ancora". Già, c'è dell'altro ancora. E ancora ancora.
Allora se non dipende dalla mancanza di idee o di pigrizia il fatto che scriva poco rispetto alla quantità di cose che avrei da dire, da cosa dipende? Probabilmente dalla mancanza di un vero allenamento a tramutare l'interiore in forme comunicabili. Lo facevo anche da piccola. Pensavo storie intrecciatissime, curavo nei minimi particolari i personaggi e i luoghi in cui abitavano ma li tenevo serbati dentro di me, giusto qualche appunto per non dimenticare alcune informazioni quando le storie si accumulavano. Ancora oggi ricordo perfettamente cosa piaceva e come vivevano i miei protagonisti. Tutto in testa, tutto dentro. Ieri come oggi.
Perché ho scritto questo post questa mattina? La vita delle ultime settimane, Fedor, Saramago e il mondo circostante forse hanno riempito troppo la botte dove tengo conservata l'immaginazione, qualche crepa si sarà prodotta e questi pensieri sono riusciti a raggiungere, senza intoppi, la tastiera. A volte succede, benché preferisca abitare da sola nella mia interiorità senza permettere a nessuno di entrarvi. Conoscendomi non si direbbe, vero?

domenica 1 gennaio 2012

Il presepe nel presepe

Il presepe vivente di Morcone (BN) 3 e 4 gennaio.


http://www.presepenelpresepe.org/

Prendi un paese che di notte sembra un grappolo di luci appeso al cielo, prendi un centro storico con strette stradine lastricate in pietra, con piccoli slarghi e vecchi terranei, prendi degli artigiani che con maestria lavorano materiali diversi ricavandone piccoli capolavori; metti gli ingredienti in una radura selvaggia e suggestiva, sormontata da una roccia maestosa ed inquietante… Diluisci il composto così ottenuto con l'acqua gelida e mormorante di un freddo torrente… Mescola tutto con un po’ di fantasia, tanta caparbietà, amore per la propria terra, spirito di sacrificio…. Metti a cuocere in una capanna a temperatura non elevata magari riscaldata dal fiato di un bue ed un asinello… Dopo una lunga cottura sforna il Presepe Vivente di Morcone ed offrilo ancora caldo a migliaia di persone….
Anno dopo anno, come un delicato soufflé, la ricetta si ripete sempre uguale per la grandezza del messaggio che reca agli uomini, sempre uguale ma insaporito da ingredienti sempre più pregiati e ricercati. Il rigido inverno morconese da 29 anni sforna questo piatto unico e tipico: Il Presepe nel Presepe; la nascita del Bambino Gesù lasciava estasiato san Pio da Pietrelcina il quale soleva dire che a Natale tutti devono essere felici…e la gente di Morcone si fa interprete del messaggio di Dio che duemila anni fa donò il proprio figlio per la salvezza dell'uomo. E mentre il pianto dell'ultimo maschio nato a Morcone si diffonde nella radura della Natività, il visitatore satollo per il piatto appena gustato non può fare a meno di ripensare al 3 e 4 gennaio per riassaggiare questa golosità. Per lui e per tutti l'altoparlante continua a ripetere: "Ricorda, siamo ad attenderti a Morcone agli inizi di ogni anno, insieme a Lui che è sempre pronto ad accoglierci in ogni momento della nostra vita".
Bruno La Marra